domenica 5 dicembre 2010

Roma tra polemiche e nervi. Già cinque rimonte fatali...!!!

"GARA DA NON GIOCARE" - Inutili, prima della partita, i tentativi del coordinatore generale Montali di chiedere all'arbitro il rinvio causa un campo reso impossibile dalla pioggia e sovraccaricato da quattro partite in otto giorni, tra serie A e recuperi di Lega Pro. Rizzoli, direttore di gara del match, considerando il manto erboso ai limiti dell'impraticabilità avrebbe anche acconsentito alla ripetizione. "Per me la gara si può ripetere - aveva spiegato ai dirigenti giallorossi - ma solo se anche il Chievo è d'accordo". Il "no" dei padroni di casa, che su quel terreno fradicio e sabbioso hanno già battuto l'Inter, ha sancito il via al match. "Allora andiamo in campo e vinciamo", aveva detto ai suoi Ranieri. Un'illusione durata per 45 minuti, prima di vedersela sfuggire di mano. E Rosella Sensi, a fine gara, ha espresso il malumore del club: "Non si doveva giocare, è una vergogna internazionale. Il sindaco Tosi anziché pensare a Roma Ladrona si preoccupasse di curare il terreno del Bentegodi. Ma non vogliamo Cosa succede durante quei momenti non lo sa probabilmente nessuno. Certamente non ha ancora capito come evitarlo Ranieri, perché alle immagini di una Roma rimontata i tifosi giallorossi stanno ormai facendo l'abitudine. Totti (ieri in panchina) e soci in vantaggio di due gol e, almeno nelle intenzioni, in perfetto controllo del match, poi l'improvviso caldo di tensione e la rincorsa lampo degli avversari. In questa stagione, prima di Verona, era già successo in casa con il Bologna: da 2-0 a 2-2 nel giro di un quarto d'ora tra il 77' e il novantesimo. Una storia ripetuta, nel 2010, cinque volte: nello scorso campionato le rimonte subite a Cagliari, Napoli e Livorno - sempre con la Roma avanti di due reti e sempre raggiunta - sono costate punti decisivi nella volata scudetto contro l'Inter. Quest'anno, una concentrazione maggiore nei minuti decisivi avrebbe voluto dire terzo posto "blindato" anche in attesa delle gare del pomeriggio. Oggi, invece, la Samp ha la palla break per agganciare Ranieri, mentre domani il Napoli potrà provare a portare il quarto posto a distanza di sicurezza.

"ROSSO" DI VERGOGNA - Se il vizio di addormentarsi sul più bello rappresenta un capitolo ricorrente nella storia recente della Roma, tutta nuova è un'altra, spiacevole debolezza a cui però sembrano particolarmente fedeli i giocatori romanisti. E che rievoca il sapore di stagioni passate. Sempre o quasi, la Roma, ha voluto colorare di "rosso" le disfatte di questa stagione (così è stata vissuta la trasferta di Verona).  Rosso come i cartellini raccolti da Mexes, Totti, Burdisso (2 volte) e De Rossi, già alla nona espulsione in carriera. Quello del centrocampista, cacciato da Rizzoli al minuto 85 appena 120 secondi dopo il gol del pareggio di Granoche, è solo l'ultimo esempio di come, una volta visto sfuggire di mano il risultato, la Roma conceda l'ultima mossa al nervosismo dei suoi leader storici. Era già successo a Cagliari e Brescia. La quinta espulsione (tutte per rosso diretto) regala a Ranieri la maglia nera delle sanzioni disciplinari: prima per cartellini rossi, 5, davanti a Fiorentina e Lecce (4 a testa) e seconda per gialli (34) a una distanza dal Chievo. Un aspetto combattuto da Spalletti prima e Ranieri poi - lo scorso anno solo 3 "rossi" - ma a cui, una volta venti meno i risultati, hanno dovuto arrendersi

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