lunedì 7 febbraio 2011

Ora basta...!

Ci hanno tanto rotto le scatole con questa panchina lunga, con questa storia della rosa ampia della Roma che quasi quasi ci avevamo creduto anche noi. Noi che, a nostra parziale giustificazione, non l’abbiamo mai vista così ben fornita.
Poi è bastata una spalla di Adriano, una febbre a Totti ed eccoci qui a pendere dalle labbra di Loria. A sperare che Taddei sia in buona. A dover rischiare la gamba di Borriello per novanta minuti, anche se sembrava sempre sul punto di cedere. Non abbiamo una squadra competitiva, e questo deve essere chiaro. E a San Siro lo è stato. E questo è un dato di fatto. E’ anche vero che possiamo battercela con chiunque. E questo, almeno in parte, è stato chiaro anche ieri. Milan, Inter, Napoli e Lazio, si anche la Lazio, si sono rafforzate a gennaio. Noi al mercato invernale siamo rimasti al palo. Abbiamo fatto parlare Pradè, che doveva invece restare zitto. Perché aveva ragione Ranieri, come era fin troppo evidente. Le milanesi sono più forti. Il Napoli lo vedremo presto.
Sta di fatto che noi siamo la Roma. E ci scontreremo fino all’ultimo sangue sempre. E se i palloni passano talvolta sotto la pancia dei portieri è pur vero che gli stessi possono sempre compiere imprese inimmaginabili. Siamo la Roma. Lo siamo e lo saremo sempre. Ma smettiamola di far credere a Menez di essere Pelè da ragazzino. Smettiamola di pensare che Vucinic possa ogni domenica tirar fuori il colpo da maestro. Il calcio è gioco di tutti. Un’orchestra. Altrimenti non si troverebbero mai nelle enciclopedie gli scudetti del Verona o del Cagliari. E le orchestre hanno bisogno di un direttore. Imbottisciti di aspirina e torna Francè. E tu, America, caccia i sordi!

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