domenica 27 gennaio 2013

AS ROMA: troppo facile far pagare il conto a Zeman. Troppo da vigliacchi scaricare le responsabilità esclusivamente sul tecnico.!

Come al solito il campo dà il verdetto giusto, esatto, fedele a quello che sta succedendo nella Roma. Ovvero il caos. Un 3-3 che sta stretto alla Roma e che sta stretto soprattutto al Bologna, che ha rischiato più volte con Diamanti di portarsi sul 4-3. Specchio, come si diceva, fedele del momento in casa Roma. Zeman che spiega le sue motivazioni, Baldini, quindi la società, che non supporta il tecnico (al contrario di come è accaduto col fenomeno asturiano) e l’irreparabile lo nega solamente Tachtsidis, il più criticato, il pupillo di Zeman. E forse anche questo è un segno del destino di questa anonima stagione. Finite le partite, la Roma è ottava in campionato, dietro il Catania che ha dato una lezione al suo mentore, Vincenzo Montella. Anche questo, forse, un segno del destino beffardo che di giallorosso, quest’oggi, ha davvero poco. Guardiamo il campo, almeno per una volta, e vediamo chi ha giocato per la Roma, per il suo tecnico e di conseguenza per i propri tifosi. Totti. Sempre lui, ma non soltanto lui. Osvaldo lotta e ci mette grinta, ma non basta. Florenzi, trottolino esauribile che dura un’ora, ma segna il gol del vantaggio. Bradley, anche lui un seguace zemaniano. Pjanic, che visto che ora gioca, sfrutta l’occasione disputando una buona prestazione. Il resto? Nulla totale. Non si tratta solamente di una prestazione da dimenticare per gli altri, ma qualcosa di più. Non a caso Burdisso è imbarazzante. Lui che si sente, ed è, la riserva di Marquinhos, altra scoperta zemaniana. Balzaretti, che sembra far un favore a giocare nella Roma. Forse avrebbe fatto meglio ad accettare l’offerta del PSG in estate. Piris è questo: alterna prestazioni positive ad altre negative. Ma sull’impegno niente da eccepire. E poi Castan, forse il più colpito dalle “rivelazioni zemaniane” di scarsa disciplina. Zeman ha dalla sua parte solamente alcuni elementi. Ha addirittura “contro” la società che fa filtrare il suo malumore per le parole del boemo di ieri attraverso i giornali, e poi, bisogna dirlo, con molta eleganza rigira la frittata come solo il miglior concorrente di Masterchef sa fare. Non c’è unione, non c’è unità d’intenti. Questa squadra, questo organico, è davvero da terzo posto? La classifica dice di no, i valori in campo confermano questa ipotesi, ma la Roma non è nemmeno da ottavo posto. Questa classifica è figlia di un peccato originale: non fidarsi sin dall’inizio di Zeman. E qui non ci riferiamo a Pallotta o a Zanzi, che nemmeno conoscevano il boemo fino a Natale (d’altronde la loro vita a Boston è ben altra), ma ci riferiamo a Baldini, che ha contattato in estate Montella, Bielsa, Villas Boas, ricevendo due di picche a raffica, nemmeno stesse giocando a poker, per pensare alla scelta di ripiego: Zeman. Sta tutta qua la stagione della Roma, l’ennesima buttata, che solo la Coppa Italia può salvare. Il non programmare, acquistare giocatori non adatti al gioco del tecnico, che Montella e company avevano rifiutato di allenare, perchè avevano ben altro in mente, è stato il peccato mortale di Franco Baldini. L’ennesimo. Chi paga, ora? Solo Zeman? Troppo facile. Troppo da vigliacchi.!

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