sabato 27 ottobre 2012

Roma, Zeman: 'Mi piace lavorare con i ribelli'..!

E quando arriva il momento di salire sul palco dell'intramontabile teatro Palladium, il premio Oscar si presenta con un vecchio amico. Sul maxi schermo di fronte alla platea appare l'immagine di Zdenek Zeman, il maestro di calcio, che nella serata dedicata alla terza edizione del Festival dell'intelligenza collettiva, si confronta con il pubblico per contribuire alle spiegazioni di come il mondo del pallone abbia numerosi punti di contatto con tutto ciò che si vive fuori dal campo da gioco. Lo sbarco nella capitale del CNA Next, il laboratorio dei giovani imprenditori italiani che si riuniscono per raccontare e trovare nuove metodologie per far ripartire il Paese, diventa così uno splendido scenario per aprire un dibattito sul tema della serata, «L'etica della moltitudine: dall'orchestra alla squadra». Da maestro a maestro, incroci e scambi di idee diventano il filo conduttore per una chiacchierata sul modo di interpretare regole e comportamenti, dalla musica al calcio. Nessun riferimento preciso da parte del boemo, che nei suoi sorrisi davanti al microfono trova sempre dei riferimenti molto velati sul suo momento attuale in giallorosso: «Come allenatore ho la responsabilità di una squadra e cerco di mantenere la leadership anche se il calcio è un gioco collettivo. Devo stare accanto ai miei ragazzi nonostante ci sia sempre più la voglia di pensare a se stessi. I leader sono fatti in modo diverso, a me dicono che sono una persona che incute timore anche se non mi conoscono. L'allenatore deve far recepire e dare il buon esempio». Parole che si potrebbero ricondurre agli attriti del recente passato, da De Rossi ad Osvaldo, Zeman mantiene la sua linea: «Nel calcio abbiamo delle regole e vanno rispettate. Mi piacerebbe sentire più spesso le parole "Lo faccio" invece che "Non posso". Con l'esperienza di chi potrebbe insegnare nelle scuole come l'educazione calcistica sia la base del mestiere più bello del mondo: comincio con le buone e poi finisco sempre con le cattive, ma poi c'è grande soddisfazione se c'è il risultato. Quando lascio fuori qualcuno poi lo ignoro proprio per vedere la reazione. Mi piace lavorare con i ribelli e modellarli». Lo sguardo poi si rivolge divertito verso Piovani: «Voi seguite uno spartito, noi abbiamo tante varianti». «Sì ma noi possiamo dare più interpretazioni», risponde prontamente il musicista. I lunghi applausi accompagnano i due fuori dal teatro prima di salire sulle proprie auto rigorosamente elettriche. Maestri in tutto.!

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