mercoledì 16 marzo 2011

Totti: «Roma, così ho vinto il derby»..!

Ormai sono tan­ti i derby che ho giocato nel corso della mia carriera, parten­do dal settore gio­vanile, per finire alla prima squadra. Tante sfide, sia in campionato che in Coppa Italia. Ma per me questa non sarà mai una partita come le altre. Ha un fascino particolare, mi tra­smette sensazioni che mi porto dietro dall’inizio della settimana fino ad arrivare a ridosso della partita, con una grossa carica di adrenalina che mi rimane addos­so. Le difficoltà non riguardano l’aspetto tecnico della partita, per­chè nel corso dell’anno se ne gio­cano tante da questo punto di vista più importanti, ma è il valore che il derby riveste per la nostra città. E’ una rivalità che coinvolge i tifo­si per tutta la stagione e se lo per­di devi aspettare un anno prima di provare a prenderti la rivincita. Gli sfottò, gli scherzi, le prese in giro, sono quelli che preoccupano di più i tifosi e che in parte coin­volgono anche me nel pre-partita. Domenica per me è stata una grande gioia aver vinto il derby e so­prattutto aver messo la doppia firma sulla vittoria. Non mi era mai accaduto di fare due gol alla Lazio, eppure di derby ne ho giocati tanti. Pro­babilmente era un segno del destino che questa vol­ta doveva andare così. Nelle pre­cedenti vigilie si era detto che sentivo troppo questa partita e che mi potevo far condizionare sia dal punto di vista tecnico che comportamentale. Credo che con questa prestazione, una volta per tutte, ho dimostrato che non mi faccio condizionare assolutamen­te da nulla. In tanti potevano aspettarsi una mia reazione, un mio gesto istintivo, ma questo non è accaduto. L’ho preparato in ma­niera diversa questo derby. Ero in dubbio fino alla fine se giocare per un problema muscolare, sapevo delle insidie che ci attendevano in que­sta partita. Allora ho cercato di studiare le strategie dei di­fensori avversari. Ho previsto i loro comportamenti e anche l’alternanza della marcatu­ra dei due centrali su di me. Sape­vo anche che avrebbero avuto l’aiuto di uno dei due centrocam­pisti che venivano a raddoppiare. Ero preparato anche ad avere una specie di gabbia intorno, che mi impedisse di rendermi pericoloso. Ma sono riuscito con calma e con tranquillità ad esprimermi al me­glio. Ho cercato di giocare senza dare riferimenti agli avversari e portando via i due centrali dalla zona nevralgica della difesa..!

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