È un Jeremy Menez vestito da Babbo Natale, quello che si è presentato a distribuire regali ai bambini, stupiti e felici, nel sobborgo dov’è cresciuto. Vitry-sur-Seine, periferia di Parigi, ha accolto ancora una volta Jeremy e lui non s’è tirato indietro. «Non dimentico da dove vengo. I genitori dei bambini sono venuti a ringraziarmi per aver regalato un momento di gioia ai loro figli e questo è molto bello». Poi "Jerry" ha parlato del suo momento alla Roma.
«Sono felice - dice a "Le Parisien" - perché ho giocato tutte le partite e ho dato tanti assist ai miei compagni. Ora devo cercare di segnare di più. Al mio arrivo avevo bisogno di sentire la fiducia per divertirmi e divertire il pubblico. Oggi è così e quindi riesco a esprimermi al meglio». Il discorso scivola sul suo rapporto con Philippe Mexes. «Siamo vicini di casa - racconta Jeremy - condividiamo le gioie e le delusioni». Si scompone, però, quando gli chiedono se Phil sia riuscito a imporsi nel calcio italiano. «Ma certo - ribatte - è da 7 anni, da quando è arriato, che si è imposto! E’ uno dei migliori difensori al mondo. Se andasse via nella sessione di gennaio del calciomercato sarebbe una gravissima perdita. Ma devo dire che mi stupirebbe molto, non credo che se ne andrà».
Un ritorno in Francia? Magari al Paris Saint Germain? «Molto difficile - dice Menez - Voglio arrivare il più in alto possibile e ora sono alla Roma. A giugno mi rimarrà un altro anno di contratto, vedremo. Poi, il Paris Saint Germain resta la squadra del mio cuore, ma questa non è una novità. E comunque un giocatore che riesce ad imporsi in Italia, poi può farcela dapperttutto». Il discorso poi prosegue con il Paris Saint Germain e con il calcio francese. «Il Psg può vincere il campionato, ma Lille, Lione e Marsiglia sono difficili da superare. La nazionale? Non sono più stato chiamato dopo la gara contro la Bielorussia, forse ho pagato la sconfitta. Ma le scelte le fa Blanc e io con lui non ho mai litigato. Cerco solo di dimostrargli che sono in grado di imparare dai miei errori. So che posso rientrare nel giro, spero di esserci nella partita contro il Brasile che si disputerà il 9 febbraio allo Stade de France.
Poi si continua a parlare di calcio francese. Menez non vuole tornare su ciò che è accaduto al Mondiale in Sudafrica, ma di sicuro non prende le parti di Domenech, perché difende Anelka («ha pagato per tutti»). Poi torna dai bambini che sono nati esattamente dov’è cresciuto lui e continua a distribuire regali ai piccoli, che lo guardano incantati. Jeremy, vuoi diventare un esempio per loro? «Non so se posso essere considerato un esempio. Di sicuro vorrei che imparassero che la cosa più importante è rispettare gli altri ed essere te stesso». Devi esserlo sempre, Jeremy....!!!
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