martedì 12 aprile 2011

Tanti auguri Scarface..!

La carta d’identità dice che oggi Nicolas Burdisso compie 30 anni. Provate a parlarci, a guardarlo in faccia mentre spiega il suo punto di vista (oppure gioca, tanto per lui è uguale) e vi sembrerà che ne abbia almeno il doppio.
Per essere un trentenne, Nico ha già vissuto almeno 5 cinque vite. Sportive e non. È stato un campione col Boca, giovanissimo, una riserva – il sesto centrale migliore del mondo, forse – nell’Inter, una sorpresa nella Roma. È arrivato qui l’ultimo giorno di mercato di due anni fa, destinato a fare la panchina alle spalle di Mexes e Juan. Buttato nella mischia a Genova talmente inaspettatamente che neanche c’era una maglia per lui (la portò in fretta e furia Tempestilli), giorno dopo giorno, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, non è più uscito. Eccola lì, la nuova vita. Per lui. E per la moglie e per i figli. Se poi, in estate, ha riscelto la Roma -come la Roma aveva scelto lui – il motivo è stato anche e soprattutto quello. «Ci ha spiegato – le parole di Marotta che aveva tentato di portarlo alla Juventus – che la sua era una decisione personale e familiare». Il sole e l’affetto, talvolta, arrivano dove la scienza si ferma. E non c’è neanche bisogno di spiegare perché. Certe cose dal cuore non se ne andranno mai. Ma si possono superare. Come l’avversario più brutto. E se c’è una cosa che tutti gli allenatori chehanno avuto Burdisso gli riconoscono è che non si tira mai indietro. Chiedere a Mourinho, per conferma. Un altro che vorrebbe strapparlo alla Roma e lo porterebbe di corsa al Real. La camiseta però non è giallorossa. E c’è poco da fare. Ecco perché oggi la speranza è che Roma gli regali un’altra giornata col sole.
Per festeggiare prima a Trigoria con i compagni (porterà la pizza come Totti?) e poi a casa con la famiglia. Il fratello, la moglie, soprattutto i tre figli. Due femmine, un maschio: la vita. Burdisso però non è uno da perdersi in festeggiamenti. Magari, mentre soffierà sulle candeline, il suo pensiero sarà già rivolto a quel compagno di nazionale, tanto giovane quanto bravo,che domenica, con le buone o con le cattive, dovrà fermare. In una difesa a dir poco d’emergenza, sarà lui il punto di riferimento: bloccare Pastore è l’obiettivo. Il resto verrà da sé. Che poi per resto si intende quarto posto e Coppa Italia. Ci tiene eccome, Burdisso, a portarsi a casa un trofeo con la Roma. Lui che con l’Inter ha vinto tanto, ma non da protagonista. Ce le ha ancora tutte le medaglie conquistate in nerazzurro, ma il sogno è quello di toglierle per fare spazio a qualcosa di romanista. Magari a casa, in una stanza illuminata dal sole dove si sente il profumo del mare. Profumo di vita. Perché sitorna a vivere come si torna a giocare..!

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