
"Paura di Roma? Non più, ci sono stati un paio di anni d'ambientamento, ormai ci ho fatto il callo. Il mio primo ricordo? Non c'è il pallone, ma la casa di Livorno, città dove papà giocava. E il primo stadio che ricordo è proprio quello di Livorno, da piccolo mi sembrava il Maracanà. E' un ricordo felice. Quando ero ancora tifoso, quando non giocavo, odiavo persone che poi si sono rivelate invece importanti. Capello ieri sono andato a salutarlo al bar, lui mi ha fatto del bene, è stato forse il più importante per la mia crescita professionale. Anche Lippi però è stato quasi un padre".
"Luis Enrique ha delle idee precise, calcistiche e comportamentali, non scende a compromessi. E' uno che ha la sua strada e la percorre dritto per dritto. Vincere quest'anno? Ho paura di no... Scudetti e Champions League li vogliamo vincere tutti ed è giusto inseguirli. Ma il sogno nel cassetto è personale, extracalcistico, e riguarda la mia vita privata. Molti ex giocatori non hanno accettato il post carriera, io spero solo che la mia vita continui così e che mia figlia Gaia abbia un futuro sereno. Vivo la mia condizione senza sensi di colpa, faccio il mio lavoro e mi sento un miracolato. Mi diverto e in più ho dei guadagni incredibili. So di essere fortunato, ma non mi vergogno di quanto prendo. E' il mercato a fare i prezzi, e quello del calcio muove cifre stratosferiche sui calciatori. E' normale che si siano questi introiti e questi stipendi..!
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